BERLINO. «Voglio insegnare a mio figlio l’uguaglianza di genere». Buon esempio educativo? Il caso fa discutere la Rete.
Archivio della categoria: SOCIETA’
Benvenuta Nargis. Oggi siamo 7 miliardi. Ma è già disputa sulla «7th billion baby»
Istat: matrimoni in crisi dopo 15 anni Separazioni volano tra gli over 60
Ragioni di.. sicurezza! – Racconto di Andrea Fiore
George sollevò una palpebra, molto lentamente, con un movimento quasi del tutto impercettibile a occhio umano. Subito dopo, toccò all’altra. L’aprì con gli stessi identici tempi e modalità. Rimase quindi immobile sul letto, come fosse inchiodato. Se solo avesse potuto, si sarebbe immediatamente rimesso a dormire a oltranza, sprofondando in un sonno pesante, nell’attesa che tornasse lei.
Deborah era uscita di casa all’alba. Dopo qualche rumoretto qua e là tra le quattro pareti del bagno e quelle della camera da letto, l’aveva sentita chiudere agitata la zip del trolley, rispondere al citofono e scaraventarsi giù per le scale a prendere il taxi, che doveva essere in strada ad aspettarla già da un bel po’. Non era solita andar via per lavoro e, quand’era accaduto, era stato solo per un paio di giorni, insomma, una cosa indolore, come una piccola puntura d’insetto, che, a parte il fastidio iniziale, dimentichi in fretta. Stavolta, però non era come le altre. Sarebbe stata via per un’intera settimana e per George era terribile!
[ E’ l’incipit della prima parte del racconto. Qui sotto i link alla prima e alla seconsa parte:
http://strudelone.myblog.it/archive/2010/09/23/ragioni-di-sicurezza-parte-prima.html
http://strudelone.myblog.it/archive/2010/09/23/ragioni-di-sicurezza-parte-dopo.html ]
La fiaba di Andrea Fiore a sostegno dell’Associazione Sindrome di Crisponi e malattie rare
questa è un’iniziativa umanitaria cui tengo davvero tanto. Spero che da parte vostra ci sia la massima adesione e tanta disponibilità nel promuovere la mission tra i vostri amici. Basta anche un piccolo segno d’amore
Ho scritto ‘ALLA RICERCA DELL’ACCA PERDUTA’ qualche anno fa. E’ una fiaba nel mio stile personale, tra il demenziale e il serio, tra zucchero e sale, proprio come la vita.
E’ un dono d’amore che ho voluto fare a un gruppo di vivaci ragazzini che completavano allora una splendida avventura durata cinque anni: gli alunni della 5^ E di una Scuola Elementare di Palermo.
Il racconto, fino a oggi, è rimasto praticamente inedito, custodito nella mia mente, in quella dei protagonisti di quella classe e negli scaffali delle librerie delle loro case, ma forse, mi sono detto, non ha ancora esaurito il suo messaggio d’amore. Ecco perché ho pensato di metterlo in vendita in versione pdf (offerta libera) e di donare i proventi all’ASSOCIAZIONE SINDROME DI CRISPONI E MALATTIE RARE (http://www.sindromedicrisponi.it) per sostenere i progetti dedicati ai piccoli affetti da malattie rarissime, che hanno tanto bisogno del nostro aiuto!
PARTECIPARE all’iniziativa è semplicissimo!
Basta fare un versamento sul CONTO CORRENTE POSTALE numero 81776163, intestato a:
ASSOCIAZIONE SINDROME DI CRISPONI E MALATTIE RARE
Nella CAUSALE occorrerà inoltre specificare:
a) che la donazione è per il racconto di Andrea Fiore (scrivere: ‘DONAZIONE DA FIABA ANDREA FIORE’);
b) il NOME del donatore o della persona (un amico, figlio, nipote), cui dovrà essere indirizzata la fiaba, e ovviamente l’INDIRIZZO E-MAIL.
Io e l’Associazione confidiamo nel vostro immenso cuore e comunque.. anche un ‘pensierino’ va bene lo stesso :O)
Un affettuoso abbraccio, Andrea :O)
La blogosfera degli «invisibili»
Andrea Fiore intervista la scrittrice Alessandra Versienti a Strudy & Friends
Al microfono di Andrea Fiore per Strudy & Friends, Alessandra Versienti, scrittrice, giornalista, web writer, autrice dei blog MiPiaceSettembre.it, quaderno di storie, canti e punti di (s)vista, e di bottaerisposta.wordpress.com, conversazioni private (ma non troppo) a quattro mani con un alter ego incontenibile, precario, ansioso, sognatore e logorroico, che però dice la verità, esprime le sue paure, si mette in gioco, litiga anche con la sua legittima proprietaria e prova miseramente a gestire le ansie di un’imminente disoccupazione. Alessandra è stata di recente ospite di Maurizio Costanzo a Radio 1.
Siti dell’autrice:
http://bottaerisposta.wordpress.com/
http://mipiacesettembre.it/
Tra i forzati di Ios. Si balla dalle 3 alle 8. È meglio lavorare, parola di sedicenne
Marcondì.. rondì.. rondella..
Ci fu un tempo in cui le scuole elementari erano gravemente minacciate dal forte dilagare di maleducazione e bullismo. I poveri maestri, dal canto loro, privati completamente nel corso degli anni di qualsiasi mezzo realmente valido ed efficace per mantenere la disciplina, non riuscivano, nonostante il massimo sforzo e le buone intenzioni, a far lezione per gli scolari volenterosi, che come mosche bianche, si riducevano ogni giorno che passava.
Fu così che il Dirigente scolastico, convocato un consiglio d’istituto per direttissima, nottetempo e a porte chiuse, affrontò coi suoi collaboratori, del corpo docente e non, la drammatica situazione venutasi a creare. E convenuto unanimemente che bisognasse intervenire in maniera drastica e decisa, optò per il coinvolgimento degli stessi scolari nell’immensa e capillare opera di disboscamento e bonifica…
L’idea che prese piede e corpo a presa più che rapida fu d’investire di un ruolo più pregnante il migliore dei piccoli capoclasse secchioncelli cui di norma si affidava il compito di tracciare col gesso una linea in verticale alla lavagna per poi scriverci su, con altezzoso piglio delatorio, ‘buoni’ da una parte e ‘cattivi’ dall’altra. Il piccoletto avrebbe lavorato come una longa manus del governo scolastico per garantire l’educazione e la sicurezza nelle classi e si sarebbe avvalso, per l’espletamento degli elevati compiti d’intelligence affidatigli, di altri scolaretti che avrebbe selezionato lui stesso tra i più probi ed integerrimi.
Continua su Strudelone:
http://strudelone.myblog.it/archive/2010/05/10/marocondi-rondi-rondella.html
Marcondì.. condì.. rondella..
Ci fu un tempo in cui le scuole elementari erano gravemente minacciate dal forte dilagare di maleducazione e bullismo. I poveri maestri, dal canto loro, privati completamente nel corso degli anni di qualsiasi mezzo realmente valido ed efficace per mantenere la disciplina, non riuscivano, nonostante il massimo sforzo e le buone intenzioni, a far lezione per gli scolari volenterosi, che come mosche bianche, si riducevano ogni giorno che passava.
Fu così che il Dirigente scolastico, convocato un consiglio d’istituto per direttissima, nottetempo e a porte chiuse, affrontò coi suoi collaboratori, del corpo docente e non, la drammatica situazione venutasi a creare. E convenuto unanimemente che bisognasse intervenire in maniera drastica e decisa, optò per il coinvolgimento degli stessi scolari nell’immensa e capillare opera di disboscamento e bonifica…
L’idea che prese piede e corpo a presa più che rapida fu d’investire di un ruolo più pregnante il migliore dei piccoli capoclasse secchioncelli cui di norma si affidava il compito di tracciare col gesso una linea in verticale alla lavagna per poi scriverci su, con altezzoso piglio delatorio, ‘buoni’ da una parte e ‘cattivi’ dall’altra. Il piccoletto avrebbe lavorato come una longa manus del governo scolastico per garantire l’educazione e la sicurezza nelle classi e si sarebbe avvalso, per l’espletamento degli elevati compiti d’intelligence affidatigli, di altri scolaretti che avrebbe selezionato lui stesso tra i più probi ed integerrimi.
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