Marcondì.. rondì.. rondella..

ronda3.jpgCi fu un tempo in cui le scuole elementari erano gravemente minacciate dal forte dilagare di maleducazione e bullismo. I poveri maestri, dal canto loro, privati completamente nel corso degli anni di qualsiasi mezzo realmente valido ed efficace per mantenere la disciplina, non riuscivano, nonostante il massimo sforzo e le buone intenzioni, a far lezione per gli scolari volenterosi, che come mosche bianche, si riducevano ogni giorno che passava.

Fu così che il Dirigente scolastico, convocato un consiglio d’istituto per direttissima, nottetempo e a porte chiuse, affrontò coi suoi collaboratori, del corpo docente e non, la drammatica situazione venutasi a creare. E convenuto unanimemente che bisognasse intervenire in maniera drastica e decisa, optò per il coinvolgimento degli stessi scolari nell’immensa e capillare opera di disboscamento e bonifica…

L’idea che prese piede e corpo a presa più che rapida fu d’investire di un ruolo più pregnante il migliore dei piccoli capoclasse secchioncelli cui di norma si affidava il compito di tracciare col gesso una linea in verticale alla lavagna per poi scriverci su, con altezzoso piglio delatorio, ‘buoni’ da una parte e ‘cattivi’ dall’altra. Il piccoletto avrebbe lavorato come una longa manus del governo scolastico per garantire l’educazione e la sicurezza nelle classi e si sarebbe avvalso, per l’espletamento degli elevati compiti d’intelligence affidatigli, di altri scolaretti che avrebbe selezionato lui stesso tra i più probi ed integerrimi.

 

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