Il segno di Ozono – Racconto di Andrea Fiore (3^ P.ta)

 zorro, spada, maschera, bernardo, diego de la vega, ozono, gas, spray, ambiente, risate, comico, demenziale, satiraOzono ora era travestito di tutto punto e determinato più che mai a dare una solenne lezione alla masnada di bombolettari spray brutti, lerci e maleducati che saccheggiavano senza pudore né ritegno la città. Si guardò intorno per esser certo che nessuno potesse scorgerlo e persa immediatamente ogni speranza di passare inosservato, dato che per strada stava passando la processione del santo patrono, seguita dal gruppo degli sbandieratori e dei saltimbanchi e, poi ancora, dalle ragazze pon pon e dai giocatori del torneo di briscola inter-rionale, il supereroe lanciò un possente fischio al fedelissimo cavallo Ambipur, che, a sorpresa, nonostante fosse un destriero, giunse da sinistra. L’animale dal lucido pelo nero come la pece si strofinò al padrone, invitandolo a montare. E anche Ozono, a sua volta, gli strofinò contro la tutina nero pece in segno di approvazione. Scambiatisi così un segno di pece, l’uomo mascherato fu subito in sella e Ambipur partì lesto al galoppo.

“Dove cazzo vai, bestiaccia della malora?!?” – urlò accigliato Ozono – “non ho ancora impostato il satellitare! Freeeeenaaaa!!!” (ma il satellitare esisteva nel 1820?!? Hai rotto con queste stupide domande del cavolo; mica posso permettermi il lusso di fare ricerche storiche approfondite io?)

Seguì un nitrito, un altro ancora più forte e poi un altro che fece tremare le mura delle case intorno.

“Basta frignare!” – lo bacchettò ancora Ozono – “sai bene che un’alta concentrazione di nitriti può avere effetti cancerogeni”.

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Tutta acqua passata.. – Racconto di andrea Fiore

rubinetto.gif“Sarah.. sei pronta? Dai che non salgo, andiamo direttamente al ristorante” – pronunciò Tom al citofono con voce sostenuta ed una malcelata impazienza – “Ho prenotato per le nove e se partiamo adesso possiamo ancora farcela..”


“Dammi un minuto, Tom.. un minutino soltanto e sono da te” – rispose la donna.


“Speriamo che non sia come il minutino di due settimane fa..” – mormorò Tom tra sé e sé, mentre tornava all’auto – “quel minutino è durato appena un’ora e mi è costato un litro e mezzo di penale al fast food; figurati ora che andiamo in un ristorante di lusso!!”


“Eccomi..” – fece Sarah con un sorrisetto stralunato, mentre chiudeva l’uscio di casa dopo appena venti minuti…”. Percorse pochi metri dondolando sui tacchi a spillo fino alla vettura e vi montò su rapidamente.


“Ma perché tutto questo tempo, Sarah?!? – obiettò lui.


“Tom, avevo finito le salviette umidificate per lavarmi e ho dovuto chiederne alcune ai vicini e sai come sono quelli su queste cose..”

 

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http://strudelone.myblog.it/archive/2011/06/07/tutta-acqua-passata.html ]

 

prova

rubinetto.gif“Sarah.. sei pronta? Dai che non salgo, andiamo direttamente al ristorante” – pronunciò Tom al citofono con voce sostenuta ed una malcelata impazienza – “Ho prenotato per le nove e se partiamo adesso possiamo ancora farcela..”


“Dammi un minuto, Tom.. un minutino soltanto e sono da te” – rispose la donna.


“Speriamo che non sia come il minutino di due settimane fa..” – mormorò Tom tra sé e sé, mentre tornava all’auto – “quel minutino è durato appena un’ora e mi è costato un litro e mezzo di penale al fast food; figurati ora che andiamo in un ristorante di lusso!!”


“Eccomi..” – fece Sarah con un sorrisetto stralunato, mentre chiudeva l’uscio di casa dopo appena venti minuti…”. Percorse pochi metri dondolando sui tacchi a spillo fino alla vettura e vi montò su rapidamente.


“Ma perché tutto questo tempo, Sarah?!? – obiettò lui.


“Tom, avevo finito le salviette umidificate per lavarmi e ho dovuto chiederne alcune ai vicini e sai come sono quelli su queste cose..”

 

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Ragioni di.. sicurezza! – Racconto di Andrea Fiore

taccuino.jpgGeorge sollevò una palpebra, molto lentamente, con un movimento quasi del tutto impercettibile a occhio umano. Subito dopo, toccò all’altra. L’aprì con gli stessi identici tempi e modalità. Rimase quindi immobile sul letto, come fosse inchiodato. Se solo avesse potuto, si sarebbe immediatamente rimesso a dormire a oltranza, sprofondando in un sonno pesante, nell’attesa che tornasse lei.

 

Deborah era uscita di casa all’alba. Dopo qualche rumoretto qua e là tra le quattro pareti del bagno e quelle della camera da letto, l’aveva sentita chiudere agitata la zip del trolley, rispondere al citofono e scaraventarsi giù per le scale a prendere il taxi, che doveva essere in strada ad aspettarla già da un bel po’. Non era solita andar via per lavoro e, quand’era accaduto, era stato solo per un paio di giorni, insomma, una cosa indolore, come una piccola puntura d’insetto, che, a parte il fastidio iniziale, dimentichi in fretta. Stavolta, però non era come le altre. Sarebbe stata via per un’intera settimana e per George era terribile!

[ E’ l’incipit della prima parte del racconto. Qui sotto i link alla prima e alla seconsa parte:

http://strudelone.myblog.it/archive/2010/09/23/ragioni-di-sicurezza-parte-prima.html

http://strudelone.myblog.it/archive/2010/09/23/ragioni-di-sicurezza-parte-dopo.html ]