Il presepe di Lui – Racconto di Natale di Andrea Fiore

Presepe,feste,natività,gesù,dio,natale,babbonatale,pastore,doni,regali,demenziale,comico,divertente,andrea fiore,crisi,monti,governo,calcio,stato,raccontoFino a quel momento, Lui se n’era stato con la testa fra le nuvole. Amava farlo; lo faceva sentire leggero, lontano dalle cose terrene, dal logorio della vita moderna o quella roba lì da amaro al carciofo che per alcuni te lo gusti solo se stai seduto nel bel mezzo di un incrocio affollato e coi semafori guasti. Ora però tutto era pronto per il grande evento. Con un colpo di reni da dio, aveva tirato giù veloce due o tre scatoloni dal soppalco e stava finendo di scartare le statuine degli ultimi pastorelli. Le ripose delicatamente  su di una piccola panca in buona compagnia di pecore e cani da gregge e chiuse gli occhi per concentrarsi prima di dare libero sfogo al suo spirito creativo.

Realizzare il presepe fu come un incanto. In circa sei minuti sorsero come dal nulla montagne e foreste, presero a scorrere fiumi e si formarono laghetti e il piccolo paesello cominciò a materializzarsi. Sorsero dapprima le case, una dopo l’altra; poi gli alberi, le fontanelle agli angoli delle strade sterrate, e, infine, una bella capanna, collocata ad arte al centro delle vie che si diramavano a raggiera. Una capanna illuminata da una luce fioca, stracolma di fieno e con una mangiatoia in bella vista. Frugò come un forsennato tra le scartoffie che erano rimaste dentro uno scatolone e grondante di sudore estrasse gli ultimi due pezzi. Un bue e un asinello, finemente rifiniti, che quasi sembravano veri. Ebbe l’istinto di batterli col martello e di urlare “Perché non ragli? Perché non muggisci?”, ma questo era un altro film e poi il tempo scorreva inesorabile. Sei minuti non erano molti.  

Il settimo minuto Lui concluse i lavori e si riposò. Il riposo gli spettava in virtù della legge 626/94. Era un suo diritto!

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Le accuse dell’ex dirigente a Orsi «Sei Maserati in cambio di appalti». Passera: «L’avviso di garanzia ad Orsi non è una buona ragione per destabilizzare un’azienda»

INCHIESTA FINMECCANICA. «Oltre alla Lega pagata anche Cl». I pm verificano le dichiarazioni. L’inchiesta della procura di napoli. Il ministro dello Sviluppo economico interviene sull’indagine in corso nei confronti dell’ad di Finmeccanica

B.B.B. Babbo Natale Offresi ora puoi anche ascoltarlo!!! – Andrea Fiore

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Quel giorno Demis era al settimo cielo. Appena uscito dall’edificio della Hi-Robotics & co. ltd. con il plauso dell’intero consiglio d’amministrazione e un assegno fumante a più zeri per la sua strabiliante invenzione, era certo che avrebbe cambiato il mondo e si crogiolava in quella certezza con un sorrisetto trasognato. Percorreva il marciapiede della 22^ avenue e tutto intorno a lui ora sembrava più bello rispetto a poche ore prima. Riusciva persino a intravedere le verdi foglioline degli alberi seriamente compromessi dallo smog cittadino ai bordi del viale e a scorgere l’azzurro chiaro del cielo, al di là della cappa grigia che gli aleggiava a mezz’aria sulla testa. Era sceso tronfio giù per strada, saltando i gradini tre alla volta, con l’assegno ancora in mano e lo teneva adorante come si fa con una reliquia. Lo fissava con gli occhietti inumiditi dalla forte gioia, lo annusava e provava a immaginare quante di quelle cose, che aveva da sempre desiderato, ci avrebbe finalmente potuto fare. E fu così che, in tale inebriante stato di divina grazia, con la testa tra le nuvole, svoltò l’angolo della via a una velocità tale da non riuscire a schivare il grassoccio vecchietto che si ritrovò dinanzi tra capo e collo.

 

“Stai attento ragazzo, ma dove hai la testa?!?” – lo rimbrottò l’anziano signore, finito rovinosamente a gambe all’aria sul selciato – “a momenti mi mandavi al creatore!”

 

“Ops.. vi chiedo perdono” – rispose mortificato Demis – “ero euforico e pensavo a tante di quelle cose..”

 

“Alla velocità no però, eh?” – replicò l’altro, mentre scricchiolando in varie parti del colpo, tentava di tirarsi su da terra – “andavi come uno shuttle, porca boia!!!”

 

“Coraggio, vi aiuto a rialzarvi” – si offrì premuroso il giovane.

 

Demis, dopo che il vecchio fu di nuovo in piedi e fu certo che non avesse nulla di rotto, ma solo qualche ammaccatura di lieve entità disseminata alla rinfusa, accennò a un rapido saluto e si girò lesto per andar via. Si bloccò però subito all’istante, come se fosse stato attraversato lungo il corpo da un laser tagliente. Ruotò quindi lentamente la testa indietro per guardare ancora l’anziano signore. L’osservò meglio, con molta attenzione, scandagliandolo da capo a piedi e poi, con un filo di voce appena, provò ad azzardare – “ma voi.. ehm, intendevo dire, tu.. tu sei..”

 

“Esatto, io sono” – rispose il vecchio – “e se sono ancora, non è certo per merito tuo, ma per pura casualità. C’e mancato poco che non fossi più!”


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Scremati dal destino – San Valentino vent’anni dopo.

cupidoultima.jpgMaso si era da poco accasciato sul morbido sofà in soggiorno e, scostate con un’abile mossa d’una decina di centimetri le pantofole dai piedi, aveva preso a grattarseli svogliatamente l’un l’altro, mentre sfogliava al massimo dell’orgasmo le morbide pagine rosa della gazzetta dello sport. Gongolava tra sé e sé alla vista di tutte quelle notizie, perché le conosceva bene, anche il piccolo trafiletto schiaffato in fondo alla pagina, e in cuor suo si sentiva al sicuro nel rendersi conto che teneva tutto sotto controllo. Il calcio, e lo sport in genere, non avevano segreti per lui. Macché politica, sociale, economia.. tutte bestie insulse! Una sana ignorante coattissima lettura rigenerante della gazzetta era quel che ci voleva per rimetterlo in vita, per ricordargli che era un vero uomo, ricco di conoscenze valide e spendibili. A un tratto, alzò gli occhi, come colto da una strana sensazione di panico. Si sentì attraversare la schiena da un brivido gelido. Una goccia di sudore freddo, come una fredda lama nel buio fondo della notte. Chiuse il giornale, lo ripose accuratamente sul tavolinetto, e si piegò in basso verso un mobiletto per aprire di scatto il secondo cassetto. Lo fece a occhi chiusi, temendo il peggio. Poi, la liberazione. L’album era lì, con le figurine in bella mostra. Voltò le pagine velocemente e.. per fortuna, tutto in regola, proprio come l’aveva lasciato lui. Che imprudente ch’era stato. Se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe perdonato! Scrisse sull’agenda del telefonino un breve memo periodico con allarme per i lunedì sera alle venti e trenta: <<martedì ricordarsi inquietante presenza in giro casa figlio rompicoglioni donna pulizia quindi album figurine cassaforte>>. Si lasciò nuovamente crollare sul divano e, tirato un profondo respiro di sollievo, riprese da dove l’aveva improvvisamente interrotto l’impegnativo compito d’aggiornamento rosa. Fu proprio in quell’istante che si aprì la porta di casa ed entrò Mara con i capelli impermanentati di fresco.

 

“Beh, che ne pensi del mio nuovo look?” – esordì alla volta dell’uomo, che per istinto di conservazione si era appena trincerato dietro la gazzetta. Poi, dato che l’altro se ne stava in silenzio, proseguì irritata – “insomma, ti piace ‘sto taglio di capelli?”

 

“Ah, meno male, sono capelli” – rispose Maso con una leggera smorfia di perplessità sulle labbra – “credevo ti si fosse attaccato in testa un gatto nero..”.

 

“Seee..” – chiosò lei – “e magari eri lì lì per chiamare i pompieri per farlo scendere..”

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