Assassinio in corso d’opera – Racconto giallo online di Andrea Fiore 4^p.ta

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Per mezzora la scena sul palcoscenico si era come cristallizzata, nell’attesa che giungesse un riscontro agli interrogativi posti da Cartìo. Al di là del nastro giallo nero di recinzione, invece, era tutto un pullulare di agenti, che scrutavano con attenzione ogni dove nella speranza di tirar fuori anche una minima prova. Finalmente, squillò il telefonino e il poliziotto rispose, prima che trillasse ancora. Non era, però la centrale di polizia. Il suo tono di voce era forzato, volutamente basso e coinvolgente – “Si Brenda, hai ragione. Avevo promesso di chiamarti e giuro che l’avrei fatto tra pochissimo; solo che sono rimasto invischiato in questa storia… Vero. Non ero in servizio stasera, anzi, mi ero persino fatto spostare il turno per stare insieme a te e goderci lo spettacolo, però, non è colpa mia se c’è stato un cambio di programma inaspettato. E poi, la morte non è accidentale. Il tizio è stato assassinato! Dimmi che non è troppo tardi…”

 

Juan Horatio rimase in silenzio ancora qualche attimo, poi scostò lentamente il telefonino dall’orecchio, lo guardò fisso e provò a scuoterlo due o tre volte. Quindi, realizzato che non c’era più nessuno in linea, bloccò la tastiera e lo ripose in tasca furente.

 

“Cos’è? E’ troppo tardi?” – domandò il medico, che aveva assistito divertito alla scena. [Il racconto continua su Strudelone! http://strudelone.myblog.it/archive/2013/10/24/assassinio-in-corso-d-opera-racconto-giallo-di-andrea-fiore.html ]

 

Il presepe di Lui – Racconto di Natale di Andrea Fiore

Presepe,feste,natività,gesù,dio,natale,babbonatale,pastore,doni,regali,demenziale,comico,divertente,andrea fiore,crisi,monti,governo,calcio,stato,raccontoFino a quel momento, Lui se n’era stato con la testa fra le nuvole. Amava farlo; lo faceva sentire leggero, lontano dalle cose terrene, dal logorio della vita moderna o quella roba lì da amaro al carciofo che per alcuni te lo gusti solo se stai seduto nel bel mezzo di un incrocio affollato e coi semafori guasti. Ora però tutto era pronto per il grande evento. Con un colpo di reni da dio, aveva tirato giù veloce due o tre scatoloni dal soppalco e stava finendo di scartare le statuine degli ultimi pastorelli. Le ripose delicatamente  su di una piccola panca in buona compagnia di pecore e cani da gregge e chiuse gli occhi per concentrarsi prima di dare libero sfogo al suo spirito creativo.

Realizzare il presepe fu come un incanto. In circa sei minuti sorsero come dal nulla montagne e foreste, presero a scorrere fiumi e si formarono laghetti e il piccolo paesello cominciò a materializzarsi. Sorsero dapprima le case, una dopo l’altra; poi gli alberi, le fontanelle agli angoli delle strade sterrate, e, infine, una bella capanna, collocata ad arte al centro delle vie che si diramavano a raggiera. Una capanna illuminata da una luce fioca, stracolma di fieno e con una mangiatoia in bella vista. Frugò come un forsennato tra le scartoffie che erano rimaste dentro uno scatolone e grondante di sudore estrasse gli ultimi due pezzi. Un bue e un asinello, finemente rifiniti, che quasi sembravano veri. Ebbe l’istinto di batterli col martello e di urlare “Perché non ragli? Perché non muggisci?”, ma questo era un altro film e poi il tempo scorreva inesorabile. Sei minuti non erano molti.  

Il settimo minuto Lui concluse i lavori e si riposò. Il riposo gli spettava in virtù della legge 626/94. Era un suo diritto!

Il racconto continua su StrudelOne!!!

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Auchan Eleven – 4° episodio / Racconto online di Andrea Fiore

[Trovi i link alle puntate predenti sulla colonna destra del sito – voce “StrudyRacconti a puntate”]

 

clooney, ocean eleven, ocean, auchan, rapina, racconto, risate, comico, demenziale“Prima di scendere” – disse Nomartin O’Party – “sincronizziamo gli orologi. Il mio fa le 3 e 50 del pomeriggio”

 

“Il mio le 3 e 20” – fece Geieffe

 

“Il mio le 3 e mezza” – continuò Toscopio

 

“Da me sono le 4 e 10” – sentenziò Conad

 

“Io faccio le 3 e 50” – completò Max Sfighé.

 

“Finalmente!” – esultò O’P – “Almeno uno su quattro è allineato”.

 

“Ehm, non proprio” – attirò timidamente l’attenzione Max – “sono le 3 e 50 del mattino e inoltre del 5 febbraio e ora, se non sbaglio…”

 

“Siamo al 7 d’agosto e di pomeriggio” – lo tranciò di netto O’P.

 

“Facciamo la media” – propose Geieffe.

 

“L’ho fatta già una volta” – rispose contrariato Conad – “e mi sono diplomato per puro miracolo. Avrei fatto tutto questo per poi rifarlo?!? Giammai!”

 

“Ragazzi dobbiamo solo riallineare le lancette” – osservò O’P, che stava per riperdere la pazienza tanto faticosamente recuperata.

 

“Ma le riallineiamo come?” – intervenne Toscopio – “segniamo le dodici, l’una e cinque, le due e dieci, le tre e un quarto, le quattro e venti…”

 

“Se proprio dobbiamo riallinearle io proporrei le sei e mezza” – suggerì Sfighé – “almeno abbiamo la sensazione che faccia più fresco”.

 

“Ci sarebbe da riallinearvi pure le testine” – commentò mesto O’P – “ma mi sa che non c’è tempo! Coraggio, partiamo così e poi chiederemo a qualcuno di tenerci il tempo, una volta entrati da Auchan”.

 

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B.B.B. Babbo Natale Offresi ora puoi anche ascoltarlo!!! – Andrea Fiore

Grazie a Narralibri  il mio racconto di Natale ora può essere anche ascoltato :O)

 

Basta cliccare sull’icona Volume-Normal-icon.png

 

babbo natale offresi.jpg

Quel giorno Demis era al settimo cielo. Appena uscito dall’edificio della Hi-Robotics & co. ltd. con il plauso dell’intero consiglio d’amministrazione e un assegno fumante a più zeri per la sua strabiliante invenzione, era certo che avrebbe cambiato il mondo e si crogiolava in quella certezza con un sorrisetto trasognato. Percorreva il marciapiede della 22^ avenue e tutto intorno a lui ora sembrava più bello rispetto a poche ore prima. Riusciva persino a intravedere le verdi foglioline degli alberi seriamente compromessi dallo smog cittadino ai bordi del viale e a scorgere l’azzurro chiaro del cielo, al di là della cappa grigia che gli aleggiava a mezz’aria sulla testa. Era sceso tronfio giù per strada, saltando i gradini tre alla volta, con l’assegno ancora in mano e lo teneva adorante come si fa con una reliquia. Lo fissava con gli occhietti inumiditi dalla forte gioia, lo annusava e provava a immaginare quante di quelle cose, che aveva da sempre desiderato, ci avrebbe finalmente potuto fare. E fu così che, in tale inebriante stato di divina grazia, con la testa tra le nuvole, svoltò l’angolo della via a una velocità tale da non riuscire a schivare il grassoccio vecchietto che si ritrovò dinanzi tra capo e collo.

 

“Stai attento ragazzo, ma dove hai la testa?!?” – lo rimbrottò l’anziano signore, finito rovinosamente a gambe all’aria sul selciato – “a momenti mi mandavi al creatore!”

 

“Ops.. vi chiedo perdono” – rispose mortificato Demis – “ero euforico e pensavo a tante di quelle cose..”

 

“Alla velocità no però, eh?” – replicò l’altro, mentre scricchiolando in varie parti del colpo, tentava di tirarsi su da terra – “andavi come uno shuttle, porca boia!!!”

 

“Coraggio, vi aiuto a rialzarvi” – si offrì premuroso il giovane.

 

Demis, dopo che il vecchio fu di nuovo in piedi e fu certo che non avesse nulla di rotto, ma solo qualche ammaccatura di lieve entità disseminata alla rinfusa, accennò a un rapido saluto e si girò lesto per andar via. Si bloccò però subito all’istante, come se fosse stato attraversato lungo il corpo da un laser tagliente. Ruotò quindi lentamente la testa indietro per guardare ancora l’anziano signore. L’osservò meglio, con molta attenzione, scandagliandolo da capo a piedi e poi, con un filo di voce appena, provò ad azzardare – “ma voi.. ehm, intendevo dire, tu.. tu sei..”

 

“Esatto, io sono” – rispose il vecchio – “e se sono ancora, non è certo per merito tuo, ma per pura casualità. C’e mancato poco che non fossi più!”


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Così mi sono salvato per un soffio dal monossido di carbonio

Milano, 2 ottobre: una fuga di veleno inodore in una palazzina uccide due persone e ne intossica altre sette. Tra loro, ricoverato in gravi condizioni, c’era anche un giornalista di Sky.it. Che racconta la sua esperienza e come ha potuto uscirne vivo

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