Auchan Eleven – 4° episodio / Racconto online di Andrea Fiore

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clooney, ocean eleven, ocean, auchan, rapina, racconto, risate, comico, demenziale“Prima di scendere” – disse Nomartin O’Party – “sincronizziamo gli orologi. Il mio fa le 3 e 50 del pomeriggio”

 

“Il mio le 3 e 20” – fece Geieffe

 

“Il mio le 3 e mezza” – continuò Toscopio

 

“Da me sono le 4 e 10” – sentenziò Conad

 

“Io faccio le 3 e 50” – completò Max Sfighé.

 

“Finalmente!” – esultò O’P – “Almeno uno su quattro è allineato”.

 

“Ehm, non proprio” – attirò timidamente l’attenzione Max – “sono le 3 e 50 del mattino e inoltre del 5 febbraio e ora, se non sbaglio…”

 

“Siamo al 7 d’agosto e di pomeriggio” – lo tranciò di netto O’P.

 

“Facciamo la media” – propose Geieffe.

 

“L’ho fatta già una volta” – rispose contrariato Conad – “e mi sono diplomato per puro miracolo. Avrei fatto tutto questo per poi rifarlo?!? Giammai!”

 

“Ragazzi dobbiamo solo riallineare le lancette” – osservò O’P, che stava per riperdere la pazienza tanto faticosamente recuperata.

 

“Ma le riallineiamo come?” – intervenne Toscopio – “segniamo le dodici, l’una e cinque, le due e dieci, le tre e un quarto, le quattro e venti…”

 

“Se proprio dobbiamo riallinearle io proporrei le sei e mezza” – suggerì Sfighé – “almeno abbiamo la sensazione che faccia più fresco”.

 

“Ci sarebbe da riallinearvi pure le testine” – commentò mesto O’P – “ma mi sa che non c’è tempo! Coraggio, partiamo così e poi chiederemo a qualcuno di tenerci il tempo, una volta entrati da Auchan”.

 

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Auchan eleven – 1° episodio

auchan eleven.jpgIl giovane uomo scivolò furtivo per strada e, dopo essersi rialzato dolorante, prese a raccattare la miriade di cartacce e fogli di giornale che, a seguito della caduta, gli erano sbucati fuori dalla valigetta e si erano sparpagliati confusamente a terra. Nel buio totale della notte, chino sulle carte, scomodava tutti i santi, uno per volta, meticolosamente, quando un’ombra, che da qualche istante si era delineata in fondo alla strada, prese all’improvviso forma e parola.

“Sole 24 ore”.

“Che fai, amico, mi batti il tempo?” – rispose l’uomo infastidito – “in totale, sono diecimila fogli e non li avevo ancora numerati, per non parlare delle pagine di giornale allegate. Che ci faccio con sole ventiquatt’ore?”

“Tieni” – replicò l’altro, porgendogli una pagina di giornale stropicciata all’inverosimile – “l’ho trovata qui dietro. Devo averla calpestata un bel po’. E’ del ‘Sole 24 ore’”

“Ahh.. grazie” – sorrise l’uomo imbarazzato per l’equivoco nel prendere il foglio tra le dita. Poi, mostrando una maggiore attenzione nei confronti dell’interlocutore sconosciuto, proseguì – “non ci siamo ancora presentati. Piacere, Nomartin O’Party”.

“No..mart..in.. no.. strano, mi ricorda qualcosa.. bò?” – fece l’altro confuso, corrucciando la fronte, mentre tendeva la mano allo sconosciuto per stringergliela – “comunque, io sono GFK”

“Parentele importanti in America?”

“No, Grande Fratello Kiavik, è il mio nome d’arte” – precisò lo strano individuo, mentre si chinava a raccogliere un’altra manciata di fogli – “sono il selettore del Grande Fratello, anzi.. lo ero”.

“Lo eri?”

“Ho commesso qualche erroruccio in fase di selezione.. ehm.. diciamo che son venuti fuori tre o quattro bestemmiatori di troppo”.

“E quanti ne erano ammessi?”

“direi.. nessuno”.

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