Fuga da Alcaseltz – 9^ puntata

carceri.jpgCarcerati e guardie erano schierati al centro del cortile sotto il sole cocente a rendere onore alla salma di Mr. Futuredead, direttore, o meglio da poco ex direttore, delle supercarceri di supersicurezza di Alcaseltz,. Il malcapitato era rimasto paralizzato sulla tazza del cesso dopo una mezzoretta dacché aveva assaporato il contenuto della boccettina di salsa di soia requisita con prepotenza alla mensa. Il filtro della morte apparente aveva agito alla perfezione ed ora la bara del prevaricatore scorreva dinnanzi agli occhi di tutti, portata a spalla da quattro galeotti tra i più forzuti. Una nuova lapide si era così aggiunta nel cortile accanto a quella di Jeff Cagone, sfortunata cavia inconsapevole della prima e ultima prova del primo tentativo di fuga messo a punto dalla sgangherata gang di Philip Morris detto Stecca, scoppiata miseramente per incetta di cibo qualche giorno prima, senza che si fosse riusciti a trovare neanche un frammento della scatola nera.

 

“Philip” – bisbigliò Malox – “forse dovremmo dire la verità!”

 

“Ma sei matto?!?” – ribattè l’altro sottovoce – “ci incriminerebbero per direttissima per tentata evasione e i nostri giorni tra queste quattro mura si allungherebbero a dismisura!”

 

Il feretro oltrepassò, attorniato da un nugolo di teste di cuoio con occhi sgranati, la porta centrale delle carceri che si richiuse immediatamente. Da lì poi sarebbe stato imbarcato alla volta della terra ferma e tumulato nel vicino cimitero di Bunkerville.

 

Circa un’ora dopo, il gruppo si ritrovò a mensa ed, esauriti i primi commenti su quanto accaduto, Philip richiamò tutti alla calma, invitandoli a riflettere sulla circostanza che, dopo tutto, l’inconveniente era tornato estremamente utile al gruppo.

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«La mafia italiana famosa per Gomorra»


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