Archivio mensile:settembre 2013
TAO
Il segno di Ozono – ep 5: Vi farò neri! (Andrea Fiore)
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“Ma guardali a spruzzarsi addosso gas altamente nocivi” – commentò Ozono infastidito – “se la godono come cucciolotti innocenti”.
“A un’osservazione superficiale, non mi sembrano tanto nocivi” – constatò il fido cavallo Ambipur.
“Ma se si stanno schizzando di tutto?!?” – ribatté l’uomo mascherato, puntandogli l’indice contro come per ammonirlo.
“Non di tutto. Si tratta di volgarissimi e innocui spray nasali che di certo non fanno buchi in cielo, né in terra, né in alcun luogo, né nel breve, né nel medio e neanche nel lungo periodo”.
“Da dove lo arguisci, ciuco di un cavallo?”
“Non senti che parlano col naso?” – constatò il quadrupede con aria di svagata sufficienza – “avranno il naso congestionato e, spruzzandoseli, si curano e giocano pure, intelligenti, no?”.
“Che bello, vien quasi di unirsi a loro in questo incontro così solenne di altissime menti”
“Perché no?” – annuì l’equino tirando col naso – “Ci ho pure le narici che mi prudono..”
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Ciò che dovrà accadere accadrà… e tu hai una scelta: andarci insieme o andarci contro.
Lover forever – Racconto di Andrea Fiore
Lei gli si avvicinò a un orecchio e sussurrò con tono aggraziato ma con un velo di minaccia: “Dai Matteo, non rovinare tutto”
Matteo si girò di scatto infastidito dall’altra parte e borbottò: “Adesso sarei io a rovinare le cose? Ma falla finita, Gaia. Ti ho vista bene sai? Non pensare che non mi sia accorto!”
“Ma, sei proprio andato fuori di melone, Matteo?” – incalzò lei spazientita avvicinandosi all’altro fin quasi a sfiorargli la punta del naso – “non c’è niente con lui, niente con l’altro, niente con tutti gli altri, niente di niente di niente con nessuno, ok?!? Ti è tutto chiaro? Tu piuttosto…”
“Ah, ecco che ci risiamo” – sbuffò Matteo, arretrando di un paio di passi – “Del resto, lo sanno tutti, la miglior difesa è l’attacco”.
“Io non attacco nessuno, mio caro” – ribatté prontamente Gaia, inarcando pericolosamente la schiena come solo sa fare un gatto nero quand’é sul punto di graffiare – “Sei stato tu poc’anzi a iniziare. A criticare come mi vesto. E i tacchi sono troppo alti, la gonna troppo corta, il trucco eccessivamente acceso, i capelli troppo gonfi, il reggiseno troppo provocante… ma fammi il piacere!”
“Ti sei appena descritta perfettamente” – chiosò lui con tono sarcastico, poi si diresse verso una bottiglia di liquore e versandosi nervosamente da bere, proseguì – “Ma ti sei vista bene? Ma che dico? Certo che ti sei vista benissimo. Ti sarai girata e rigirata davanti allo specchio, avrai fatto prove, controprove e riprove del nove. Ti sarai cambiata e ricambiata migliaia di volte per trovare il look giusto, quello adatto per adescare quel tizio. Che vuoi farci mia cara: sono furbo io. Il tuo abbigliamento ti inchioda: ti ho beccata col sorcio in bocca, eh?”
“Che schifo, il sorcio… in bocca… puah… ma che razza di linguaggio usi?” – lo riprese lei schifata, mentre si ritraeva in un angolo della stanza.
“Lo so… preferiresti altro” – rise lui sornione, bevendo di gusto l’ultimo sorso d’alcol dal bicchiere.
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