TAO

Sorridi sempre, anche se è un sorriso triste, perchè più triste di un sorriso triste c’è la tristezza di non saper sorridere

Il segno di Ozono – ep 5: Vi farò neri! (Andrea Fiore)

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zorro, spada, maschera, bernardo, diego de la vega, ozono, gas, spray, ambiente, risate, comico, demenziale, satira“Ma guardali a spruzzarsi addosso gas altamente nocivi” – commentò Ozono infastidito – “se la godono come cucciolotti innocenti”.

 

“A un’osservazione superficiale, non mi sembrano tanto nocivi” – constatò il fido cavallo Ambipur.

 

“Ma se si stanno schizzando di tutto?!?” – ribatté l’uomo mascherato, puntandogli l’indice contro come per ammonirlo.

 

“Non di tutto. Si tratta di volgarissimi e innocui spray nasali che di certo non fanno buchi in cielo, né in terra, né in alcun luogo, né nel breve, né nel medio e neanche nel lungo periodo”.

 

“Da dove lo arguisci, ciuco di un cavallo?”

 

“Non senti che parlano col naso?” – constatò il quadrupede con aria di svagata sufficienza – “avranno il naso congestionato e, spruzzandoseli, si curano e giocano pure, intelligenti, no?”.

 

“Che bello, vien quasi di unirsi a loro in questo incontro così solenne di altissime menti”

 

“Perché no?” – annuì l’equino tirando col naso – “Ci ho pure le narici che mi prudono..”

 

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Lover forever – Racconto di Andrea Fiore

 

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Lei gli si avvicinò a un orecchio e sussurrò con tono aggraziato ma con un velo di minaccia: “Dai Matteo, non rovinare tutto”

Matteo si girò di scatto infastidito dall’altra parte e borbottò: “Adesso sarei io a rovinare le cose? Ma falla finita, Gaia. Ti ho vista bene sai? Non pensare che non mi sia accorto!”

“Ma, sei proprio andato fuori di melone, Matteo?” – incalzò lei spazientita avvicinandosi all’altro fin quasi a sfiorargli la punta del naso – “non c’è niente con lui, niente con l’altro, niente con tutti gli altri, niente di niente di niente con nessuno, ok?!? Ti è tutto chiaro? Tu piuttosto…”

“Ah, ecco che ci risiamo” – sbuffò Matteo, arretrando di un paio di passi – “Del resto, lo sanno tutti, la miglior difesa è l’attacco”.

“Io non attacco nessuno, mio caro” – ribatté prontamente Gaia, inarcando pericolosamente la schiena come solo sa fare un gatto nero quand’é sul punto di graffiare – “Sei stato tu poc’anzi a iniziare. A criticare come mi vesto. E i tacchi sono troppo alti, la gonna troppo corta, il trucco eccessivamente acceso, i capelli troppo gonfi, il reggiseno troppo provocante… ma fammi il piacere!”

“Ti sei appena descritta perfettamente” – chiosò lui con tono sarcastico, poi si diresse verso una bottiglia di liquore e versandosi nervosamente da bere, proseguì – “Ma ti sei vista bene? Ma che dico? Certo che ti sei vista benissimo. Ti sarai girata e rigirata davanti allo specchio, avrai fatto prove, controprove e riprove del nove. Ti sarai cambiata e ricambiata migliaia di volte per trovare il look giusto, quello adatto per adescare quel tizio. Che vuoi farci mia cara: sono furbo io. Il tuo abbigliamento ti inchioda: ti ho beccata col sorcio in bocca, eh?”

“Che schifo, il sorcio… in bocca… puah… ma che razza di linguaggio usi?” – lo riprese lei schifata, mentre si ritraeva in un angolo della stanza.

“Lo so… preferiresti altro” – rise lui sornione, bevendo di gusto l’ultimo sorso d’alcol dal bicchiere.

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